A tre anni dall’ultima mostra “Dettagli” e a due dalla pubblicazione del libro “Dualismi (immagini e parole)” edito da Polistampa, il fotografo fiorentino presenta una serie di scatti che hanno in comune un’ambientazione particolare, la luce, gli elementi paesaggistici, che insieme creano atmosfere uniche, “aure” appunto, come suggerisce il titolo.
Le immagini, quasi tutte a colori, in formato 50×75, hanno per tema i paesaggi, alcuni ambienti esterni e precisi dettagli; appare determinante la scelta dei luoghi, delle situazioni, degli elementi costitutivi, delle geometrie e soprattutto della luce, che produce un effetto quasi irreale, sospeso nel tempo, onirico e mitizzante: così il vicolo di Urbino diventa il segno della speranza, l’acqua del Trasimeno è il senso della pace, il tramonto all’Elba richiama il silenzio, la strada del Borro fa pensare alla solitudine (ed è quasi sempre assente la presenza umana). In alcuni casi l’utilizzo del bianco e nero accentua questa dimensione atemporale, come se si trattasse di immagini di un “altro” tempo o di un tempo passato (come per Castello d’Albola, Quercia al Poggio o Celle di San Francesco). E questa dimensione non è estranea neppure nelle foto di dettagli, dove il particolare rimanda ad un “altro” contenuto, spesso simbolico (il vaso di fiori in equilibrio, le gambe della donna, il velo che avvolge il ritratto).
Tutte queste immagini hanno qualcosa in comune, che segue un unico percorso: la costruzione mentale, la composizione nel mirino, la scelta della luce; il frutto di una sapiente elaborazione, unito alla sensibilità di chi osserva. Come spesso ricorda l’autore (citando i suoi maestri) “fotografare vuol dire disegnare con la luce” e “allineare la testa, l’occhio e il cuore”.